Il mio augurio per il 2009...

>> mercoledì 31 dicembre 2008


Buon anno fratello, buon anno davvero e spero sia bello, sia bello e leggero
che voli sul filo dei tuoi desideri ti porti momenti profondi e i misteri rimangano dolci misteri
che niente modifichi i fatti di ieri, ti auguro pace, risate e fatica,
trovare dei fiori nei campi d'ortica
ti auguro viaggi in paesi lontani, lavori da compiere con le tue mani
e figli che crescono e poi vanno via attratti dal volto della fantasia.
Buon anno fratello, buon anno ai tuoi occhi, alle mani, alle braccia, ai polpacci, ai ginocchi.
Buon anno ai tuoi piedi, alla spina dorsale, alla pelle, alle spalle, al tuo grande ideale.
Buon anno fratello, buon anno davvero, che ti porti scompiglio e progetti sballati,
e frutta e panini ai tuoi sogni affamati ti porti chilometri e guance arrossate,
albe azzurre e tramonti di belle giornate e semafori verdi e prudenza e coraggio
ed un pesce d'aprile e una festa di maggio,
buon anno alla tua luna, buon anno al tuo sole, buon anno alle tue orecchie e alle mie parole.
Buon anno a tutto il sangue che ti scorre nelle vene e che quando batte a tempo dice "andrà tutto bene".
Buon anno fratello e non fare cazzate, le pene van via così come son nate.
Ti auguro amore, quintali d'amore, palazzi, quartieri, paesi d'amore,
pianeti d'amore, universi d'amore, istanti, minuti, giornate d'amore,
ti auguro un anno d'amore, fratello mio, l'amore del mondo e quello di Dio...

Jovanotti

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SCALILLE

>> martedì 30 dicembre 2008

Sono dolcetti simili a scalette (scalille) che, per la forma, simboleggiano l'ascesa verso il Regno di Cristo.
INGREDIENTI
5 uova intere + 5 tuorli
mezzo bicchiere (di carta) d'olio d'oliva
1 bicchiere di zucchero semolato
1 tazzina da caffè di liquore all'anice
1 bustina di lievito per dolci
farina quanta ne riceve l'impasto
per la glassa:miele di fichi
PROCEDIMENTO
In una ciotola mescolare le uova, l'olio, lo zucchero, il liquore all'anice ed il lievito. Versare farina fin quando l'impasto diventa sodo ma non troppo. Deve ancora appiccicare un po' alle mani. Poi quando lo si farà a pezzetti per formare i dolcetti, si lavorerà ancora un po' tra le mani, non si appiccicherà più e sarà della consistenza giusta.

Dare la formaalle scalille è più semplice a farsi che a dirsi.
Formare tanti bastoncini il più sottili possibile. Partire da un'estremità e dare ora la forma di una spirale, rigirare l'altra estremità intorno alla spirale e fermarla per chiudere. Ma si possono anche fare delle semplici ciambelline o treccine.
Per avere un'idea più precisa il blog Dolci e non solo ha documentato passo passo il procedimento qui. (Anche se da me si fanno senza il pettine, l'importante è dare la forma)

Friggere velocemente le scalille in olio bollente, l'impasto è leggero e si gonfia subito.
Per glassare le scalille, in una padella sciogliere del miele di fichi con qualche cucchiaio d'acqua ed immergere i dolcetti pochi per volta rigirandoli.

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TURDILLI

>> lunedì 29 dicembre 2008


Ed ecco una ricetta natalizia della tradizione calabrese: I TURDILLI ( o turdiddri...in effetti da me si dice così...turdiddri...il suono "ddri" si pronuncia in un modo che non so spiegare. Qualche calabrese cosentina sa aiutarmi?), dolcetti rigorosamente fritti. Infatti, in Calabria il Natale non è tale se in ogni casa non si inaugurano le festività con LA frittura.
Ogni famiglia, come ogni ricetta della tradizone che si rispetti, li prepara a modo suo...con o senza lievito, con vino rosso o bianco, cuocendo i liquidi o a freddo, con uova intere o soli tuorli.
Questa versione dei turdilli è quella di mia mamma che la imparò da mia nonna, che la imparò dalla mia bisnonna.....
L'unità di misura è un bicchiere: gli ingredienti devono essere misurati tutti nella stessa quantità ad eccezione della farina. Per questa, sulla ricetta, c'è scritto un secco "quanta se ne prende". Ed è qui il dubbio: quanta se ne prende?
Non è difficile regolarsi. L'impasto non deve appiccicare più alle mani, deve essere lavorabile ma nello stesso tempo morbido.
I turdilli sono dei dolcetti squisiti, che piacciono a tutti. La cosa più bella è leccarsi le dita sporche di miele dopo averle mangiate...assicurato.


INGREDIENTI
3 uova intere
1 bicchiere (di carta) di vermuth o vino bianco moscato
1 bicchiere (di carta) di zucchero semolato
1 bicchiere (di carta) di olio d'oliva
1 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di bicarbonato
farina quanta ne assorbe
miele di fichi o miele d'api

PROCEDIMENTO
Versare in una ciotola il vermuth (o vino) e l'olio; rompere le uova in una terrina, sbatterle un po' e versarle nella ciotola. A questo punto versare lo zucchero e amalgamare. Aggiungere il lievito ed il pizzico di bicarbonato. Quindi aggiungere farina finchè l'impasto è sodo ma non troppo duro. La pasta deve essere lavorabile.
Lasciare riposare la pasta per 10-15 minuti...così i turdilli si taglieranno meglio. Formare dei grossi gnocchi, grandi quanto una noce, di forma cilindrica.


Per formare le classiche righe si usa questo attrezzo...un setaccio di cannucce di bambù o salice (penso) che in dialetto calabrese si chiama CRIVU. In alternativa si può utilizzare tranquillamente la tavoletta rigata che serve per gli gnocchi o una forchetta.

Passare quindi i turdilli sul setaccio, incavandoli con le dita indice e medio come si fa per gli gnocchi.

Friggere in una padella alta e larga i turdilli. Fanno molta schiuma; in tal caso abbassare un po' la fiamma. Devono cuocere per un po' altrimenti rimangono crudi all'interno, soprattutto se sono belli cicciotti come piacciono a me. Quando sono ben dorati all'esterno sono pronti.

Lasciarli raffreddare. In una padella scaldare del miele di fichi ( Il miele di fichi è chiamato "miele" ma non ha nulla a che vedere con le api. E' uno sciroppo o estratto molto denso e scuro che si ottiene dalla bollitura per molte ore del succo prodotto dai fichi appassiti di fine estate) o miele d'api. Se è il caso diluire con qualche cucchiaio d'acqua. Glassare quindi i turdilli.
Questi dolcetti si conservano benissimo per tutta la durata delle feste natalizie purchè siano ben chiusi in contenitori ermetici.

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La mia intervista doppia con Dida

Per leggere la mia intervista doppia con Dida di Gli amori di Dida cliccate sull'immagine/logo dell'iniziativa ideata dalle 2 fantastiche autrici del Diario di Nonna Papera.

Grazie 1000 a Pan di Panna e Delizia per questa opportunità dataci!

E grazie a Dida...sei una persona bella e intelligente.

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BUON NATALE!!!!

>> mercoledì 24 dicembre 2008

glitter-graphics.com


Vigilia di Natale!

Il mio countdown segna -12 ore alla Mezzanotte del 24 dicembre. Mi rendo conto d'essere in enorme ritardo con i post natalizi. Non che abbia sfornato centinaia di biscotti, spadellato per cene con gli amici o prodotto marmellate e salse da regalare. No...niente di tutto questo. Anzi, ultimamente non mi sto nemmeno avvicinando ai fornelli. Mi è mancato il tempo e se vogliamo anche l'ispirazione.

Ok! Lo ammetto! La latitanza si è impossessata di me. Se considero che solo ieri mattina sono riuscita a pensare ed occuparmi dei regali per la mia famiglia...Sono in ritardo su tutti i fronti.
Tanti pensieri hanno affollato la mia mente nelle ultime settimane. Uno tra tutti...non ho più un lavoro. Il mio contratto a progetto in scadenza lo scorso 15 dicembre non ci è stato rinnovato. A me e ad altre mie colleghe. A gennaio ricomincerà, quindi, la ricerca.
Beh...vediamo se Babbo Natale esaudirà i miei desideri

Come da tradizone di famiglia questa sera il cenone della Vigilia sarà a casa mia. Per cui vi lascio immaginare il da farsi di oggi pomeriggio.

Intanto dedico questo post a tutte le persone che fanno e faranno visita a questo mio spazio virtuale. Grazie a tutti!!

Prometto nei prossimi giorni di postare i dolci tipici della mia Terra e, se riuscirò a fare qualche foto, anche delle pietanze della Vigilia.

Non sono tanto brava con le parole...o meglio vado dritta al sodo senza giri di parole e fronzoli inutili. Il mio augurio è semplicemente che possiate trascorrere delle splendide giornate in serenità e con le persone che amate!

BUON NATALE A TUTTI...DI CUORE!



Ed ora vi faccio sbirciare in casa mia! Questo è il mio alberello...


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Torta di mele caramellate al brandy

>> domenica 14 dicembre 2008



Inverno per me è sinonimo di caminetto acceso, una tazza di tè fumante, il profumo dei fritti tipici di Natale, la fragranza per casa di una torta appena sfornata...meglio se una torta alle mele.
Ed ecco una versione che ci è piaciuta molto.
L'impasto che ho usato è quello del plum cake all'inglese ma che, con delle piccole varianti, uso per diversi dolci, soprattutto ciambelloni e torte da farcire con la marmellata per la colazione. Questa volta è toccato alle mele; il pizzico di Brandy e il leggero caramello rendono il dolce finito particolare e sfizioso. E poi che torta di mele sarebbe senza l'accostamento di un pizzico di cannella?
Ingredienti:
4 uova
220 gr. di zucchero
200 gr. di burro a temperatura ambiente
450 gr. di farina 00
1 bicchiere (di carta) di latte
buccia e succo di 1 limone
1 bustina di lievito
1 pizzico di sale

3 mele golden
4-5 cucchiai di zucchero semolato
3 cucchiai da tavola di Brandy
zucchero a velo e cannella (quantità secondo i gusti)



Procedimento:
Sbucciare le mele, tagliarle a spicchi, spruzzarle di Brandy e, in una padella, farle caramellare con lo zucchero semolato.
Aprire le uova e separare i tuorli dagli albumi. Tagliare il burro ammorbidito a tocchetti e montarlo a crema con lo zucchero. Aggiungere i tuorli, la buccia ed il succo del limone, il latte, il pizzico di sale, la farina setacciata con il lievito e per ultimi gli albumi montati a neve.
Imburrare, quindi, uno stampo rotondo da 28 cm. Versare metà dell'impasto, posizionare le mele uniformemente e coprire con il restante composto. Infornare a 180° C, per circa 40-45 minuti.
Appena la torta sarà fredda, spolverarla di zucchero a velo miscelato con cannella.


Con questa torta partecipo alla raccolta di Essenza di Vaniglia, "La mia torta di mele"

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Nuvole...nell'infinito...

>> martedì 2 dicembre 2008

A volte guardo il cielo...lassù... alla ricerca di un segno, di un lampo di luce che mi indichi la strada da percorrere come una nuova Stella Cometa apparsa solo e soltanto per me. E vorrei essere io stessa su quelle nuvole così come immaginavo da bambina ad avere uno sguardo su tutti, per vedere e sapere se qualcuno mi pensa ancora o se si sono tutti dimenticati di me. Che ricordo ho lasciato nelle persone che mi sono lasciata alle spalle durante il mio percorso? E chissà che da lassù si possa anche vedere il futuro, quello stesso futuro che ora non riesco proprio ad immaginare né progettare. Abbi fiducia...mi dicono. Ma io non sono una nuvola...Le nuvole si che hanno fiducia. Si fanno trasportare dal vento chissà dove senza chiedersi mai il perché o dove stanno andando. Ma sono anche libere nel loro vagare, per sempre, nell'infinito.
E chissà quando, apparirà, per me l'arcobaleno.







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Cioccomandorle

>> domenica 30 novembre 2008



Il mio anti-depressivo preferito?

Naturalmente....

Semplicemente...

La cioccolata fondente extra...




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Minestra di pasta e lenticchie e riflessioni di fine novembre


Iniziamo con una serie di premesse e di "finalmente"...
Finalmente riesco a scrivere nel mio angolo virtuale preferito. Negli ultimi giorni non è che mi mancasse il tempo di dedicarmi al mio blog...anzi! Era la voglia di scrivere, la concentrazione, l'ispirazione che m'aveva abbandonata. Come iniziare? Aprivo il foglio dei post, e dopo avere scritto 3-4 righe mi bloccavo senza riuscire a farmi piacere quello che stavo scrivendo. Capita no? La sindrome del foglio bianco. Ero sempre distratta da qualche pensiero o preoccupazione a cui dare la precedenza. "Il lavoro non va mica bene...sicuramente il contratto a progetto che ho dopo il 15 dicembre non sarà rinnovato a me alle mie colleghe...che imbecille il mio titolare:non gliene va bene mai una. Sono davvero stufa delle sue sfuriate senza senso, dei suoi cambi d'umore come una donna nel bel mezzo di una crisi isterica. Invio il curriculum a questa e quella azienda, magari mi chiamano per un colloquio...Intanto lunedì pomeriggio che delusione! Il colloquio in quell'azienda della quale mi avevano parlato davvero bene è andato alla grande ma con che faccia dicono di voler pagare 2,50 Euro all'ora? Chi vuoi che vada a lavorare lì per 250 Euro al mese? Che bella l'ultima canzone della mia Carmen Consoli. Mi fa sognare..."
Stamattina, invece, dopo le pulizie della domenica mattina mi sono seduta alla mia scrivania e nel massimo silenzio sto cercando di svuotare la mia testa affollata da troppe parole, troppe idee e concetti da condividere con qualcuno. Si c'è silenzio intorno. Da sola riesco meglio a sentire la voce che proviene dal mio io interiore. Mi piace stare sola e fare quello che più mi piace ed appassiona.
Finalmente il mese di novembre è terminato e da domani posso pensare ufficialmente al Santo Natale: portare giù dalla soffitta gli scatoloni e tirare fuori l'albero, gli addobbi, le lucine (tutto deve essere pronto per il 7 dicembre la vigilia dell'Immacolata); pensare (seppur siano pochini) ai regali da fare (ah...dimenticavo...uno l'ho già acquistato ieri e donato in anticipo...secondo voi vale? Boh! ma sempre di un regalo di Natale si tratta).
E poi...e poi...magari organizzare un bel Capodanno che apra le porte al 2009 e si porti via questo 2008 che, parlando con tutta sincerità, non è stato un anno tanto positivo, della serie anno bisesto, anno funesto.
Il mese di novembre mi ha sempre portato tristezza, sindrome depressiva. Sono anni ormai che mi succede. Sarà il freddo che a me non piace tanto; saranno le poche ore di luce; sarà che è per antonomasia il mese dei morti; sarà l'avvicinarsi dei bilanci personali di fine anno ma questo mese non mi garba per niente. Lo considero a tutti gli effetti un mese di cui sbarazzarsi al più presto.
Poi c'è una cosa che proprio non sopporto: il voler a tutti i costi pensare al Natale già dal 3 novembre o anche prima. Negli ultimi anni sembra che tutti facciano a gara per addobbare per primo l'albero, per esporre il primo panettone, per appendere ai balconi luci ed i tanto buffi, quanto odiosi Babbi Natale scalatori. Quando ero piccola io, e non stiamo parlando certo del secondo dopoguerra, l'albero si addobbava a Santa Lucia e in casa non c'era traccia di regali o panettoni prima del 15 dicembre. Ora per via di impegni vari, e perché lo trovo più consono alla nostra tradizione che vede l'inizio delle festività con la prima domenica d'avvento o comunque l'8 dicembre, addobbiamo l'albero e prepariamo tutto per la sera del 7, vigilia dell'Immacolata. E' anche vero che del Natale sono più belli i preparativi e l'attesa...ma non mi piace anticipare troppo i tempi. Ed è anche per questo che qui sul blog non c'è ancora traccia di lustrini, ghirlande, fiocchi rossi.
Finalmente la pioggia ha smesso di cadere e oggi c'è il sole. Il Nord è ricoperto dalla neve, qui invece siamo stati ricoperti dall'acqua. Sono stati giorni terribili: pioggia, vento come mai s'era visto. La città paralizzata per un pomeriggio intero per la chiusura di alcune strade. Tanta paura per il rischio frane e smottamenti che, qui in Calabria, purtroppo sono all'ordine del giorno. Ogni volta il pensiero non può che andarmi alla tragedia di Cavallerizzo, una frazione di Cerzeto, che il 7 marzo 2005 è stato cancellato da una frana che ha portato via ad un'intera popolazione le case ed i sacrifici di una vita. Ricordo come fosse stato ieri la paura, la disperazione, l'incredulità negli occhi delle persone che in una notte sono state testimoni della scomparsa del loro paese. Qui trovate la fotogallery creata dal Comitato per Cavallerizzo: immagini tremende che mi ricordano come anche il mio paese è ad alto rischio ed interessato da più di un evento franoso che ha costretto all'evacuazione di diverse famiglie.
Ed in questa domenica finalmente riesco a pubblicare quasi fuori tempo massimo il mio contributo per la raccolta di Zuppe e minestre indetta da Cristina di La cucina di Cristina.

Un piatto semplice, umile, povero senza troppe pretese ma che adoro proprio per queste sue caratteristiche.
MINESTRA DI PASTA E LENTICCHIE
Ingredienti:
500 g. di lenticchie
3 carote
1 cipolla rossa di Tropea piccola
1 costa di sedano
3 grossi pomodori pelati
sale
olio extra vergine d'oliva
pasta dal formato piccolo


Tenere le lenticchie a bagno in acqua fredda un paio d'ore. Scolarle, sciacquarle e coprendole nuovamente d'acqua tiepida metterle a cuocere con le carote, la cipolla, il sedano ed i pelati. Cuocere per circa 40 minuti. A fine cottura salare e condire con l'olio. Quindi lessare la pasta e condirla con le lenticchie.

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Aiuto...Alanis mi ha rapita!

>> sabato 22 novembre 2008




Sono giorni e giorni che non faccio altro che ascoltare questa canzone di Alanis Morissette in continuazione. Non ne posso fare a meno. E' di una bellezza sorprendente.

Ed in questa buia, fredda, piovosa, ventosa mattina di novembre non può fare altro che tirarmi un po' su d'umore. Per non parlare delle due versioni del video.

Stamattina sono alle prese con una torta di compleanno per la mia cara nonna...attività altrettando anti-depressiva soprattutto se si tratta di pasticciare con il cioccolato...

Basta! Ho già svelato troppo. Non vorrei rovinare la sorpresa a qualcuno.

Intanto mi riascolto per l'ennesima volta Alanis mentre la pioggia batte sui vetri.







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Novembre...piovono premi

>> mercoledì 19 novembre 2008

Con enorme ritardo posto i premi ricevuti ultimamente. Grazie 1000 a chi me li ha assegnati...mi fa molto piacere ogni vostra dimostrazione di stima ed apprezzamento per il mio blog e per quello che cerco di trasmettervi in ogni post.
Ma (non me ne vogliate per questo) non vi nascondo che ogni qual volta ne ricevo uno rimango un po' così...imbarazzata nel non sapere come ricambiare e come continuare la catena...a chi dare il premio a mia volta? troverò mai il tempo per postarlo? chi ancora non l'ha ricevuto?
Esattamante come in questo caso...posto i premi fuori tempo massimo e con soli 10 minuti a disposizione per scrivere un testo decente...inserire immagini, link e nomi delle mittenti.
Per cui non giro i premi a nessuno...o meglio li giro a chi passerà di qui nei prossimi giorni...trasgredendo ai rispettivi regolamenti...ma che regolamenti sarebbero se non venissero trasgrediti?

Grazie a:


Giulia


Cyndistar e Sorbyy


I dolci di Laura e Giulia


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Vellutata di zucca e patate

>> venerdì 14 novembre 2008

Questa vellutata è davvero una delizia! Delicata, saporita ma soprattutto leggera dal punto di vista calorico. Insieme ad una fetta di carne ai ferri, un'insalata verde ed un frutto, rappresenta un pasto completo per affrontare magari un pomeriggio di studio o lavoro, ma ipocalorico per chi è a dieta.
Anche se, a dir la verità, io l'ho mangiata con i pezzetti di fresella integrale e mi ha saziato, da sola, senza problemi.
E poi, per una freddolosa come me, nelle sere buie e fredde, cosa c'è di meglio che scaldarmi e coccolarmi in questo modo??

Ingredienti:

500 gr. di zucca
2-3 patate
1/2 cipolla
1 carota
1 costa di sedano
scaglie di parmigiano
olio extra vergine d'oliva
sale
1 fresa integrale o pane tostato
Pulire la zucca e le patate; tagliarle in grossi pezzi. Sistemarle in una pentola insieme alla cipolla, alla carota, al sedano e coprire d'acqua. Dal momento dell'ebollizione fare cuocere almeno un'ora. Passare quindi al passaverdure o con il minipimer. Rimettere la pentola con la vellutata sul fuoco e lasciare andare ancora per altri 5-10 minuti (se vi pice più densa). Condire con un cucchiaio d'olio extra vergine d'oliva, delle scaglie di parmigiano ed accompagnare con della fresa a tocchetti o del pane tostato
Con questa ricetta partecipo alla Raccolta di Ricette light di Manu.


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Verdure sotto vetro

>> martedì 11 novembre 2008



Come conservare un angolo di sapori, profumi, colori dell'estate oltre il freddo dell'autunno e dell'inverno? Come assaporare verdure fresche come appena raccolte anche nei giorni di pioggia e freddo? Come prolungare il piacere della, semplice ma straordinariamente saporita, cucina mediterranea?

Semplice...basta disporre di melanzane, peperoni gialli e rossi, pomodori, patate, basilico e (se piace il sentore leggermente piccante) un peperoncino intero. E...dimenticavo la cosa più importante...dei barattoli in vetro.

Semplicemente pulire le verdure, tagliandole abbastanza grossolanamente. In una padella scaldare dell'olio extra vergine d'oliva con cipolla rossa di Tropea, 2 spicchi d'aglio, 1 peperoncino piccante intero. Versare le verdure e cuocere 10-15 minuti al massimo. Il basilico a crudo. Versare quindi nei vasetti di vetro, chiudendoli con i tappi; capovolgerli per formare il sottovuoto e una volta intiepiditi sterilizzare in acqua bollente...e il gioco è fatto.


Altro non è che la "ciambotta" dalle modalità di preparazione leggermente differenti per consentirne la conservazione sotto vetro. Si conserva anche per 3-4 mesi.
Non resta che riscaldare le verdure per avere un condimento per della pasta, dei crostoni di pane, della pizza alla contadina, o un semplice contorno. (Io a volte riscaldo il barattolo direttamente a bagnomaria)

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Spaghetti ai funghi rositi della Sila

>> martedì 4 novembre 2008

E' tempo d'autunno! E' tempo di castagne, di vino novello, di noci e soprattutto, di funghi!
E' tempo, per gli appassionati e raccoglitori di funghi, di lunghe camminate nei boschi dai colori dorati alla ricerca di questi preziosi frutti dell'autunno, preziosi come pepite d'oro.
I funghi rositi o sanguinelli (Lactarius salmmonicolor/Lactarius deliciosus) sono considerati, nonostante l'umiltà, tra i più buoni in assoluto. Saporiti e profumati quanto i porcini, oltre che conservati sott'olio, si prestano ad essere cucinati in modo semplicissimo. Olio, aglio, prezzemolo e peperoncino. Stop. Nient'altro per esaltarne il loro sapore intenso tipico del sottobosco silano.


Spaghetti ai funghi rositi per 4 persone:

400 - 450 gr circa di spaghetti
500 gr di funghi rositi
1 spicchio d'aglio
prezzemolo
2 peperoncini freschi
olio extra vergine d’oliva
sale

Pulire e passare velocemente sotto l'acqua corrente i funghi. Asciugarli e tagliarli in pezzi. In una padella fare dorare in olio extra vergine d'oliva, uno spicchio d'aglio tagliato sottilissimo e due peperoncini piccanti freschi tagliati anch'essi sottili (oppure spezzati a metà). Aggiungere i funghi; salare. Coprire con mezzo mestolo d'acqua e, con il coperchio, cuocere a fuoco medio per circa 30 minuti. Anche a fine cottura i funghi rimarranno sodi e quasi "croccanti" sotto i denti.

Intanto cuocere gli spaghetti e condirli con il sugo di funghi rositi. Spolverare di prezzemolo e servire.


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Sacher Torte...la mia ricetta del cuore

>> venerdì 31 ottobre 2008


Goduriosa, peccaminosa, cioccolatosa all'inverosimile.
Non a caso è la più famosa torta al mondo e vanta moltissimi tentativi d'imitazione. La ricetta originale è rinchiusa in gran segreto, da oltre un secolo, nella pasticceria dell'Hotel Sacher di Vienna.
A noi poveri estimatori di questa specialità ignari della ricetta originale, non ci resta che cercare la copia più vicina possibile a quella che si può assagiare solo in Austria.
Questo dolce, oltre a rappresentare l'apoteosi del gusto, per me amante del cioccolato fondente, rappresenta qualcosa di veramente speciale.
La prima volta che mi sono cimentata nella sua preparazione, con una ricetta diversa da questa, è stato il 1° ottobre 2003, primo compleanno del mio Amore trascorso insieme. La Sacher è il suo dolce preferito in assoluto; davanti ad un pezzo di questa torta non riesce a resistere.Prepararla in quell'occasione è stato un modo per festeggiarlo ma insieme fargli la sorpresa del suo dolce preferito. Dal 2003, ogni anno, la Sacher è LA torta di compleanno del mio Amore...è IL dolce che preparo se voglio coccolarlo ...se voglio sorprenderlo...se voglio prenderlo per la gola...
Dopo esattamente un mese condivido con voi la versione 2008...davvero eccezionale come sapore, consistenza, profumo.
Questa versione della Sacher l'ho avuta da una persona davvero speciale...Deborah alias Jolie811 che ha gentilmente condiviso con il forum cucina di Alfemminile la sua personale ricetta. Grazie Deborah!
Di seguito la ricetta così come l'ha postata Jolie: la ricetta è perfetta così...io ho apportato pochissime modifiche (che indico in corsivo tra parentesi).



INGREDIENTI:

Per l' impasto:
200g di burro bavarese
200g di cioccolato fondente da copertura (meglio 250,un po' rimane sempre nella ciotola)
200g di zucchero finissimo (zucchero a velo)
200g di farina
70g di mandorle macinate
buccia grattugiata di un'arancia
3 cucchiai di liquore cointreau apricot, o qualsiasi apricot-brandy
1 bustina lievito per dolci
8 uova medie

Per la farcitura:
confettura d' albicocche q.b.
cointreau apricot , o apricot-brandy, solo se piace
succo di 1/2 arancia o di 1/2 limone fresco
Per la glassa di copertura:
170g di cioccolato fondente da copertura
qualche cucchiaio di panna liquida (anche montata va bene lo stesso)
solo se piace due cucchiai di zucchero a velo

PROCEDIMENTO:
Spezzettate i 200g di cioccolato in una casseruolina, mettete quest'ultima in un recipiente più grande, riempito a metà d'acqua molto calda, ma non assolutamente bollente!! Mescolate con un cucchiaio di legno per far sciogliere il cioccolato. quando l'acqua si fredderà un po', togliete il cioccolato, e rimettete l' acqua sul fuoco fino a quando ritorna molto calda: spegnete il fuoco e rimettete dentro la casseruola col cioccolato a sciogliere. Mescolate delicatamente fino a farlo diventare 1 crema omogenea e lucida, quindi togliete dal bagnomaria e fate raffreddare girando di tanto in tanto affinché non si solidifichi troppo. Intanto lavorate i 200g di burro a temperatura ambiente coi 200g di zucchero. Quando avrete ottenuto 1 composto cremoso, unitevi il cioccolato fuso e i tuorli d' uovo amalgamando tutto per bene. Sbattete a neve molto ferma gli albumi, e uniteli con delicatezza all' impasto, mescolando dal basso verso l' alto. Unite i cucchiai di cointreau apricot e la buccia d' arancia. Setacciate lentamente la farina e le mandorle tritate rimestando con cura. Aggiungete una bustina di lievito x dolci sciolta in un pochino di latte a temperatura ambiente. Versate in uno stampo imburrato e infarinato, meglio ancora foderato con carta da forno, con un diametro più o meno di 24 cm. (il mio era 28 cm)
Cuocere a fuoco basso per circa 1 ora, o di più se necessario. Dopo, estraetela subito dal forno e fate freddare. A questo punto tagliatela in due dischi. Stemperate una tazza di confettura d'albicocche con il succo o di 1/2 limone, o di 1/2 arancia, e se vi piace anche con due cucchiai di cointreau apricot, poi spalmate il disco inferiore della torta. Ricomponete la torta con i due dischi, e spalmare la marmellata anche sulla superficie e sui bordi, come se fosse un velo. Mettete il restante cioccolato a scioglier allo stesso modo di prima, aggiungendo per un p di panna liquida (o montata) e girare bene bene per far venir una glassa liquida. Girare fino a quando diventa quasi fredda, e versarla sulla torta con l'aiuto di una spatola, anche sui bordi. Vi consiglio di farlo molto lentamente, o di versare pochissimo cioccolato alla volta x farlo rapprender man mano.

Con la Sacher Torte partecipo alla raccolta di Dolci e Salati....per i motivi che mi legano a questo dolce

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MARMELLATA DI KAKI

>> martedì 28 ottobre 2008



E anche quest'anno è arrivato il turno di chili e chili di kaki.

Frutto dolcissimo e saporito, tipico del periodo autunnale, ed altamente zuccherino tanto da essere sconsigliato in casi di diete ipocaloriche o patologie quale il diabete, e nello stesso tempo delicatissimo la cui conservazione al culmine della maturazione, è impresa ardua. Mangiarne a pranzo e cena, considerate le calorie che contiene, è un po' troppo e quel senso astringente, che allappa nonostante i frutti siano maturi, non è il massimo.
Perché non preparare, quindi, con i frutti dorati e profumati una marmellata? Perché non conservare sotto vetro un frammento d'autunno e di giardino?
La ricetta che mi ha ispirato è quella di GialloZafferano, che trovate qui.
Io l'ho semplicemente adattata alle mie quantità di kaki, quasi industriali.


MARMELLATA DI KAKI

3 Kg di kaki ben maturi
1,8 Kg di zucchero semolato
3 mele
succo e scorza grattugiata di 2 limoni
2 bicchierini piccoli di Brandy (o Grand Marnier come prevede la ricetta originale)
1 baccello di vaniglia



Sbucciare i kaki e porre la polpa in una pentola d'acciaio. Sbucciare le mele, tagliarle a pezzetti e aggiungerle nella pentola, così come la scorza grattugiata e il succo dei limoni.
Mettere la pentola sui fornelli a fuoco dolce e dopo il primo bollore, fare trascorrere 5 minuti, poi spegnere il fuoco e passare il composto con il passaverdura (io ho usato il minipimer).
Aggiungere al passato lo zucchero e la vaniglia, e farlo cuocere a fuoco basso mescolando e schiumando frequentemente, fino a che la confettura di cachi abbia raggiunto la consistenza adatta (circa 40-50 minuti). Per capire se la marmellata è pronta ne verso qualche goccia su un piattino e lo inclino: se la goccia non si muove è pronta.
A cottura avvenuta, spegnere il fuoco, togliere il baccello di vanigliaa e aggiungere al composto il brandy (attenzione al bollore provocato dall'alcool), mescolare bene quindi invasare la confettura di cachi, chiudere con i coperchi, poi capovolgere i vasetti.
A questo punto la ricetta suggeriva di fare raffreddare i vasetti e successivamente sterilizzarli. Per evitare questo noioso passaggio, una volta chiusi e capovolti i vasetti, li ho avvolti in due tre strofinacci da cucina pesanti, li ho posizionati tutti vicini vicini e coperti con una copertina leggera fino a completo raffreddamento.


Questa marmellata è deliziosa sul pane, sulle fette biscottate al mattino a colazione, sul gelato fiordilatte o vaniglia.
Può essere un valido accompagnamento a formaggi stagionati o semplicemente per farcire crostate o biscotti. Tra l'altro si può evitare che risulti troppo allappante, usando frutti molto molto maturi.

Mi sto esercitando a fare fotografie decenti anche con la mia macchina fotografica digitale, che non è certo professionale, ed usare dei piccoli ritocchi per migliorarle, nell'attesa di comprare un valido manuale per Photoshop. Che dite? Ci sto riuscendo?

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