Sacher Torte...la mia ricetta del cuore

>> venerdì 31 ottobre 2008


Goduriosa, peccaminosa, cioccolatosa all'inverosimile.
Non a caso è la più famosa torta al mondo e vanta moltissimi tentativi d'imitazione. La ricetta originale è rinchiusa in gran segreto, da oltre un secolo, nella pasticceria dell'Hotel Sacher di Vienna.
A noi poveri estimatori di questa specialità ignari della ricetta originale, non ci resta che cercare la copia più vicina possibile a quella che si può assagiare solo in Austria.
Questo dolce, oltre a rappresentare l'apoteosi del gusto, per me amante del cioccolato fondente, rappresenta qualcosa di veramente speciale.
La prima volta che mi sono cimentata nella sua preparazione, con una ricetta diversa da questa, è stato il 1° ottobre 2003, primo compleanno del mio Amore trascorso insieme. La Sacher è il suo dolce preferito in assoluto; davanti ad un pezzo di questa torta non riesce a resistere.Prepararla in quell'occasione è stato un modo per festeggiarlo ma insieme fargli la sorpresa del suo dolce preferito. Dal 2003, ogni anno, la Sacher è LA torta di compleanno del mio Amore...è IL dolce che preparo se voglio coccolarlo ...se voglio sorprenderlo...se voglio prenderlo per la gola...
Dopo esattamente un mese condivido con voi la versione 2008...davvero eccezionale come sapore, consistenza, profumo.
Questa versione della Sacher l'ho avuta da una persona davvero speciale...Deborah alias Jolie811 che ha gentilmente condiviso con il forum cucina di Alfemminile la sua personale ricetta. Grazie Deborah!
Di seguito la ricetta così come l'ha postata Jolie: la ricetta è perfetta così...io ho apportato pochissime modifiche (che indico in corsivo tra parentesi).



INGREDIENTI:

Per l' impasto:
200g di burro bavarese
200g di cioccolato fondente da copertura (meglio 250,un po' rimane sempre nella ciotola)
200g di zucchero finissimo (zucchero a velo)
200g di farina
70g di mandorle macinate
buccia grattugiata di un'arancia
3 cucchiai di liquore cointreau apricot, o qualsiasi apricot-brandy
1 bustina lievito per dolci
8 uova medie

Per la farcitura:
confettura d' albicocche q.b.
cointreau apricot , o apricot-brandy, solo se piace
succo di 1/2 arancia o di 1/2 limone fresco
Per la glassa di copertura:
170g di cioccolato fondente da copertura
qualche cucchiaio di panna liquida (anche montata va bene lo stesso)
solo se piace due cucchiai di zucchero a velo

PROCEDIMENTO:
Spezzettate i 200g di cioccolato in una casseruolina, mettete quest'ultima in un recipiente più grande, riempito a metà d'acqua molto calda, ma non assolutamente bollente!! Mescolate con un cucchiaio di legno per far sciogliere il cioccolato. quando l'acqua si fredderà un po', togliete il cioccolato, e rimettete l' acqua sul fuoco fino a quando ritorna molto calda: spegnete il fuoco e rimettete dentro la casseruola col cioccolato a sciogliere. Mescolate delicatamente fino a farlo diventare 1 crema omogenea e lucida, quindi togliete dal bagnomaria e fate raffreddare girando di tanto in tanto affinché non si solidifichi troppo. Intanto lavorate i 200g di burro a temperatura ambiente coi 200g di zucchero. Quando avrete ottenuto 1 composto cremoso, unitevi il cioccolato fuso e i tuorli d' uovo amalgamando tutto per bene. Sbattete a neve molto ferma gli albumi, e uniteli con delicatezza all' impasto, mescolando dal basso verso l' alto. Unite i cucchiai di cointreau apricot e la buccia d' arancia. Setacciate lentamente la farina e le mandorle tritate rimestando con cura. Aggiungete una bustina di lievito x dolci sciolta in un pochino di latte a temperatura ambiente. Versate in uno stampo imburrato e infarinato, meglio ancora foderato con carta da forno, con un diametro più o meno di 24 cm. (il mio era 28 cm)
Cuocere a fuoco basso per circa 1 ora, o di più se necessario. Dopo, estraetela subito dal forno e fate freddare. A questo punto tagliatela in due dischi. Stemperate una tazza di confettura d'albicocche con il succo o di 1/2 limone, o di 1/2 arancia, e se vi piace anche con due cucchiai di cointreau apricot, poi spalmate il disco inferiore della torta. Ricomponete la torta con i due dischi, e spalmare la marmellata anche sulla superficie e sui bordi, come se fosse un velo. Mettete il restante cioccolato a scioglier allo stesso modo di prima, aggiungendo per un p di panna liquida (o montata) e girare bene bene per far venir una glassa liquida. Girare fino a quando diventa quasi fredda, e versarla sulla torta con l'aiuto di una spatola, anche sui bordi. Vi consiglio di farlo molto lentamente, o di versare pochissimo cioccolato alla volta x farlo rapprender man mano.

Con la Sacher Torte partecipo alla raccolta di Dolci e Salati....per i motivi che mi legano a questo dolce

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MARMELLATA DI KAKI

>> martedì 28 ottobre 2008



E anche quest'anno è arrivato il turno di chili e chili di kaki.

Frutto dolcissimo e saporito, tipico del periodo autunnale, ed altamente zuccherino tanto da essere sconsigliato in casi di diete ipocaloriche o patologie quale il diabete, e nello stesso tempo delicatissimo la cui conservazione al culmine della maturazione, è impresa ardua. Mangiarne a pranzo e cena, considerate le calorie che contiene, è un po' troppo e quel senso astringente, che allappa nonostante i frutti siano maturi, non è il massimo.
Perché non preparare, quindi, con i frutti dorati e profumati una marmellata? Perché non conservare sotto vetro un frammento d'autunno e di giardino?
La ricetta che mi ha ispirato è quella di GialloZafferano, che trovate qui.
Io l'ho semplicemente adattata alle mie quantità di kaki, quasi industriali.


MARMELLATA DI KAKI

3 Kg di kaki ben maturi
1,8 Kg di zucchero semolato
3 mele
succo e scorza grattugiata di 2 limoni
2 bicchierini piccoli di Brandy (o Grand Marnier come prevede la ricetta originale)
1 baccello di vaniglia



Sbucciare i kaki e porre la polpa in una pentola d'acciaio. Sbucciare le mele, tagliarle a pezzetti e aggiungerle nella pentola, così come la scorza grattugiata e il succo dei limoni.
Mettere la pentola sui fornelli a fuoco dolce e dopo il primo bollore, fare trascorrere 5 minuti, poi spegnere il fuoco e passare il composto con il passaverdura (io ho usato il minipimer).
Aggiungere al passato lo zucchero e la vaniglia, e farlo cuocere a fuoco basso mescolando e schiumando frequentemente, fino a che la confettura di cachi abbia raggiunto la consistenza adatta (circa 40-50 minuti). Per capire se la marmellata è pronta ne verso qualche goccia su un piattino e lo inclino: se la goccia non si muove è pronta.
A cottura avvenuta, spegnere il fuoco, togliere il baccello di vanigliaa e aggiungere al composto il brandy (attenzione al bollore provocato dall'alcool), mescolare bene quindi invasare la confettura di cachi, chiudere con i coperchi, poi capovolgere i vasetti.
A questo punto la ricetta suggeriva di fare raffreddare i vasetti e successivamente sterilizzarli. Per evitare questo noioso passaggio, una volta chiusi e capovolti i vasetti, li ho avvolti in due tre strofinacci da cucina pesanti, li ho posizionati tutti vicini vicini e coperti con una copertina leggera fino a completo raffreddamento.


Questa marmellata è deliziosa sul pane, sulle fette biscottate al mattino a colazione, sul gelato fiordilatte o vaniglia.
Può essere un valido accompagnamento a formaggi stagionati o semplicemente per farcire crostate o biscotti. Tra l'altro si può evitare che risulti troppo allappante, usando frutti molto molto maturi.

Mi sto esercitando a fare fotografie decenti anche con la mia macchina fotografica digitale, che non è certo professionale, ed usare dei piccoli ritocchi per migliorarle, nell'attesa di comprare un valido manuale per Photoshop. Che dite? Ci sto riuscendo?

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Parmigiana di zucca

>> venerdì 17 ottobre 2008

Eh si...! E' arrivato ufficialmente l'autunno. Colori, profumi, immagini, ingredienti sono mutati ed ogni cosa pare si abbandoni al prossimo passo, l'inverno.
Anche se preferisco le temperature primaverili, decisamente più calde, mi piace sentire, al tramonto, sul viso e sulle mani il sole ancora tiepidino di questi giorni ed insieme il venticello fresco.
Mi piace osservare la natura, i fiori e le piante, che sembrano accendersi di colori rubati ad un incendio: giallo, rosso, arancio, marrone bruciato...Basta guardare in quanti colori mutano le foglie per accorgersi di quanta vitalità c'è ancora nella natura. Questa stagione è una magia.
Per me è autunno a tutti gli effetti quando inizia la raccolta delle olive o inizio a trovarmi nel piatto funghi, castagne, kaki o melograni.
Purtroppo qui sembra che quest'anno non sia stagione di funghi buoni, almeno così dicono i raccoglitori ed intenditori. Un amico di famiglia dividendo il suo "bottino"con mio padre ci ha omaggiato di 3 funghi porcini che per il momento aspettano buoni buoni in freezer la compagnia di qualche altro esemplare per finire in padella con un risotto o pappardelle o patate. V'immaginate dover cucinare qualcosa di gustoso per 4- 5 persone, con soli 3 funghi?? Ci resterebbe solo d'odore...Aspetto paziente.
La zucca, invece, è buonissima come sempre. A me piace in tutti i modi...mentre al resto della famiglia non tanto: il sapore dolce deve essere smorzato con un ingrediente più saporito. Ed è per questo che, dietro suggerimento della signora Aurelia, ormai quasi un anno fa, provai per la prima volta la Parmigiana di zucca. Un piatto eccezionalmente saporito.
Non vi indico quantità precise...con il salato, avrete capito, vado ad occhio.
PS La foto è riciclata dal mio album su Alfemminile poichè al momento di fotografare il piatto, la digitale era scarica. Appena la rifaccio provvederò a sostituirla.
PARMIGIANA DI ZUCCA
Tagliare a fette sottili nel senso della lunghezza la zucca ed in un recipiente salarle, facendole riposare in frigo per 24 ore. Al momento di preparare la parmigiana, strizzare le fette di zucca e disporle su una teglia oleata formando uno strato.
Farcire con caciocavallo (o scamorza affumicata), salsiccia fresca (o pancetta) sbriciolata e ripassata in padella per 10 minuti, parmigiano, pepe nero. Coprire con un altro strato di zucca; spolverare con altro parmigiano e pane grattugiato. Condire con un filo d'olio o qualche tocchetto di burro. Infornare a 180 gradi per circa 40-45 minuti, finchè la zucca è ben asciugata della sua acqua e la superficie ben dorata.
Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Soleluna, Ricette con la zucca.

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16 ottobre 2008 World Day Of Bread - Pane tipo casereccio

>> giovedì 16 ottobre 2008


Oggi 16 ottobre 2008 è la Giornata Mondiale del Pane evento divulgato da Zorra nel suo spazio web. (Per la traduzione in italiano del regolamento cliccate qui).



Purtroppo io non so preparare il pane fatto in casa, anche se diverse volte ho aiutato mia nonna a prepararlo nel forno a legna: per lei oggi rievocazione nostalgica del passato, faticosa, ma intrisa di gesti e movimenti antichi, che rievocano quel rito vissuto fino a qualche anno fa, che coinvolgeva tutta la famiglia.

Quando il pane si cuoceva al forno a legna, se si aveva la fortuna di possederne uno, o in quello messo a disposizione dal vicino, dall'amico, dal parente.

Quando il pane si preparava ogni settimana, 10 giorni, veniva conservato nella madia e durava fragrante e profumato fino alla prossima infornata.

Quando il pane, condito con un filo d'olio d'oliva extra vergine delle colline circostanti il paese, era la colazione di tutti i bambini.

Quando il pane e salame era una prelibatezza per i giorni di "festa", ed il pane e cipolla una necessità dettata dalle scarse risorse economiche.

Quando il pane si preparava con il lievito madre che gli conferiva un sapore forte, deciso, inconfondibile.

Quando il pane aveva la forma classica a pagnotta, con la croce sopra, e non esistevano ancora rosette, sfilatini, ciabatte...al massimo c'era il "tortano" del periodo pasquale o le "frese"...


Quante cose, sensazioni, profumi rievoca il pane?? Spero, con queste foto, di condividerle con voi...e di dare un buon contributo alla raccolta di Zorra.



Questo è il pane tipo-casereccio che si trova nei panifici qui; è basso, compatto, dalla crosta liscia o al massimo con la croce, dal sapore e profumo del lievito madre. Sicuramente è diverso dal pane preparato come 40-50 anni fa, ma si avvicina molto al tipo di panificazione tradizionale.






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Filetto di maiale simil-valdostana

>> domenica 12 ottobre 2008

Buona domenica!
Il piatto che sto per proporvi è tanto facile quanto gustoso e particolare.

La ricetta che mi ha ispirato è il classico filetto o le costolette alla valdostana, ma, come suggeritomi da una cuoca più esperta di me qualche tempo fa, ho arricchito questo secondo di carne aggiungendo del prosciutto cotto e del pane condito; oltre alla preparazione preliminare della carne in una marinatura che la rende tenera e succulenta.

Io uso indifferentemente qualsiasi tipo di carne a fettina: maiale (filetto sia con l'osso che senza o altri tagli), petto di pollo, petto di tacchino, la classica carne per arrosto (tagliata però un po' più spessa), vitello. Insomma quello che c'è.

Anche la farcitura permette di usare quello che si ha in frigorifero: fontina, caciocavallo, sottiletta (purchè sia formaggio morbido da fondere); prosciutto cotto, prosciutto crudo, speck.

Per cui non vi scrivo ingredienti precisi. Adattate questa ricetta secondo i vostri gusti. Io ho usato filetto di maiale senza osso, prosciutto cotto, e caciocavallo.

Per prima cosa prendete le fettine di carne e mettetele a marinare con olio, aceto o succo di 1/2 limone, sale, pepe, origano e uno spicchio d'aglio per circa 2 ore.
Disponetele poi in una padella, o meglio una teglia da forno, con lo stesso liquido in cui le avete fatte macerare (se è troppo usatene solo metà) e fatele cuocere a fuoco medio. Non devono essere cotte a puntino e soprattutto non si deve asciugare completamente il liquido di cottura.
Toglietele quindi dal fuoco. Posizionate su ogni fetta di carne del prosciutto cotto, del caciocavallo tagliato sottile, e del pane condito (pane raffermo sbriciolato e condito con pepe nero e parmigiano).
Passate quindi in forno caldo finchè il formaggio è sciolto, la mollica di pane un po' dorata, irrorandola con qualche cucchiaiata di liquido di cottura.

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Focaccia ai peperoni e focaccia ai pomodori

>> lunedì 6 ottobre 2008


Buon inizio settimana!
No! Non sono emigrata, non mi hanno rapita gli alieni, non mi sono dimenticata del mio blog e nè dei vostri. Anzi! Vi leggo tutti i giorni anche se non riesco a lasciare tracce del mio passaggio nei commenti. Semplicemente sono impegnata più del solito: la mattina a lavoro, pomeriggio a casa ma trovo sempre qualcosa da fare, compreso prepararmi il lavoro per la mattina seguente, oppure aiutare il mio fidanzato nel suo di lavoro, studiare un po' oppure, cosa che faccio molto volentieri, considerando che avevo abbandonato la lettura da un po' di tempo, mi abbandono alla storia con la quale sono alle prese in questi giorni.
Sto, infatti, leggendo La chimera di Sebastiano Vassalli, Premio Strega nel 1990. Finalmente sono arrivata al capitolo in cui la trama comincia a farsi più interessante ed entrare nel pieno della storia raccontata dall'autore. Mi sta piacendo davvero tanto, anche se ogni tanto la narrazione risulta un po' troppo lenta o s'arresta completamente per dare spazio ad ampie descrizioni di luoghi o personaggi. Ma proprio queste descrizioni sembrano prendere corpo e vita al di fuori delle pagine del libro e materializzarsi davanti agli occhi. Ma ve ne parlerò più dettagliatamente magari dopo averlo finito.
Passando al tema di questo post, condivido con voi le focacce preparate un paio di settimane fa, Focaccia ai peperoni e focaccia ai pomodori, illudendomi per un attimo, guardando i loro colori caldi che sia ancora estate.

E' la stessa ricetta usata per la Pizza bianca tonno cipolla e mais preparata in occasione del Pizza Gourmet, rielaborata partendo da quella della Focaccia ottima postata nel forum di Alfemminile da il3per.

Ingredienti:
500 gr. di farina 00
250 gr. di farina di semola rimacinata
500 ml circa di acqua tiepida
24 gr. di lievito di birra fresco
60 gr. di olio evo
3 cucchiaini di sale
1 cucchiaino di zucchero

Ho versato le farine ben miscelate tra di loro sulla spianatoia ed al centro un po' d'acqua con il lievito sciolto, e dopo aver un po' amalgamato ho aggiunto lo zucchero. Ho poi continuato ad impastare versando la restante acqua, l'olio ed il sale. Ho fatto lievitare la pasta per circa 2 ore nel forno appena riscaldato e spento, coprendo con un canovaccio umido.

Trascorso questo tempo ho steso la pasta lievitata in tre teglie, di misura crescente. La più grande l'ho condita con tonno, cipolla e mais (il procedimento completo nel post al link sopra).
Intanto ho condito la teglia media con dei peperoni, gialli e rossi, arrostiti e conditi 3-4 ore prima con sale, olio e origano. Ho versato sopra la focaccia il succo prodotto dai peperoni stessi formando poi con le dita i buchi.


La focaccia più piccola l'ho invece farcita con un pomodoro tagliato a fette sottili, condito con sale, olio e origano, condito con l'olio dei pomodori e fatto i buchi.


Ho infornato a 230° per circa15-20 minuti ciascuna.

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BUON COMPLEANNO AMORE!!

>> mercoledì 1 ottobre 2008




Spegnimi
come vuoi
buon compleanno
è così
stai con me
la tua voce così bella
Amo te
e quel sapore che
sa di acqua di mare
Sai perché parlo sempre di te
con i miei amici i miei amici i miei amici
sai perché quando dormo con te
quasi quasi trattengo il respiro
mentre ridi e dici
ma tu sei qui per me
Sei felice
sono felice sì, sì
buon compleanno ora spegnimi
Sai perché parlo sempre di te
con i miei amici i miei amici i miei amici
sai perché quando parlo con te
spero che sia sincero che si avveri ogni più profondo desiderio
sai di acqua di mare sai di vento
mentre ridi e dici
tutto quello che vuoi
Dimmi chi sei
amo te
volevo dirtelo
per il tuo compleanno
Sai perché parlo sempre di te
con i miei amici i miei amici i miei amici
sai perché parlo sempre di te
con i miei amici i miei amici i miei amici
tutto quello che…
spegnimi per il tuo compleanno
tutto quello che vuoi

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